Le membrane rivestite di PTFE, comunemente chiamate membrane “teflonate”, sono state oggetto di discussione e di affermazioni spesso errate o vaghe riguardo alle loro caratteristiche e prestazioni. In questo articolo, puntualizzeremo alcuni argomenti chiave utilizzati per promuovere i prodotti con questo rivestimento.
Composizione delle membrane teflonate
È importante notare che le membrane “teflonate” non sono completamente realizzate in PTFE. Le membrane sono in EPDM, vulcanizzato con zolfo da parte di alcuni concorrenti, tecnica di vulcanizzazione che garantisce caratteristiche meccaniche e di durata minori rispetto alla vulcanizzazione con perossido impiegata nelle membrane WTE. Sulla membrana viene steso uno strato di pochi micron, nel lato della membrana a contatto con il liquido da trattare di rivestimento con PTFE.
È fondamentale sottolineare che lo strato di rivestimento, è soggetto ad abrasione da parte di sabbie o solidi presenti nel liquido da trattare, fatto che limita la durata del rivestimento nel tempo. Abbiamo osservato come a causa della modalità di applicazione dello strato di rivestimento sulla membrana da parte dei nostri concorrenti, vi siano dei punti in cui la membrana può risultare scoperta, come evidenziato nelle seguenti immagini.
Funzionamento del rivestimento in PTFE
Contrariamente a quanto spesso affermato, il rivestimento in PTFE non penetra nei fori delle membrane come visibile dall’immagine da microscopio della Figura 4.
Pertanto, in caso di arresto di un diffusore, specialmente con bassi battenti, potrebbe verificarsi un trafilamento di liquido da trattare dalle perforazioni. Al riavvio del sistema, questo liquido viene eliminato per evaporazione o attraverso lo spurgo. È importante considerare che se il liquido da trattare dovesse contenere sostanze chimicamente non compatibili con l’EPDM, queste potrebbero danneggiare la membrana entrando in contatto con l’EPDM laddove non è protetto.
Vantaggi del rivestimento in PTFE delle membrane teflonate
Uno dei vantaggi del rivestimento è la sua capacità di contrastare l’adesione di fanghi e sali sulla superficie della membrana. Ciò è reso possibile grazie al basso coefficiente di attrito del PTFE.
A tale scopo, sono stati condotti test comparativi su tre tipi di membrane:
- membrane WTE in EPDM
- membrane WTE rivestite in PTFE
- membrane dei concorrenti con rivestimento a base di PTFE.
I risultati indicano chiaramente che il rivestimento in PTFE delle membrane WTE presenta un attrito statico e dinamico significativamente inferiore rispetto al rivestimento proposto dalla concorrenza. Questo dato conferma l’efficacia del rivestimento WTE nel ridurre l’adesione di fanghi e sali, migliorando le prestazioni complessive del sistema.
MEMBRANA WTE IN EPDM | MEMBRANA WTE RIVESTITA IN PTFE | MEMBRANA CONCORRENTE RIVESTITA IN PTFE | |
Coefficiente attrito statico | 4,28 | 0,93 | 3,12 |
Coefficiente attrito dinamico | 3,61 | 0,77 | 2,06 |
Il rivestimento in PTFE della WTE ha un attrito statico minore del 70% e del 62% rispetto a quello dinamico confrontato col rivestimento proposto dalla concorrenza.
I test sono stati condotti da un laboratorio indipendente secondo le normative ATE N 553 59 25 00 – Continental sulla base delle DIN 53375-B e ASTM D 1894
Da cosa è composto il rivestimento in PTFE?
È importante approfondire la composizione del rivestimento proposto dai concorrenti per capire le distinzioni significative del rivestimento delle membrane WTE.
Dopo un’analisi attenta, si è notato che la sostanza maggiormente presente nel rivestimento dei concorrenti è una resina uretanica, non il PTFE come spesso viene lasciato intendere. È interessante notare come non vengano fornite informazioni da parte di chi ha fatto di questo tipo prodotto un argomento di vendita, sulla quantità di PTFE contenuta nel rivestimento. Sarebbe quindi più corretto riferirsi a queste membrane come “membrane rivestite di una resina uretanica con PTFE”, piuttosto che semplicemente “teflonate“.
Perché usare il rivestimento con PTFE?
Come accennato in precedenza, uno dei motivi principali per cui viene utilizzato il rivestimento in PTFE è il suo basso coefficiente di attrito, che contribuisce a ridurre l’adesione di fanghi e sali alla superficie della membrana.
Tuttavia, un altro motivo citato dai concorrenti per l’uso del rivestimento è la “protezione” garantita dal rivestimento alla migrazione di alcuni componenti della mescola dell’EPDM nel liquido trattato. Questa affermazione implicitamente suggerisce una minore qualità dell’EPDM utilizzato come base del rivestimento. Ciononostante è importante sottolineare che in WTE sono state realizzate applicazioni di diffusori con membrane in EPDM che hanno funzionato per oltre dieci anni senza significativi problemi. Se l’EPDM è di buona qualità, con un basso contenuto di olii plasticizzanti e una buona reticolazione ottenuta attraverso la vulcanizzazione in perossido, il problema della migrazione dei componenti costituenti la membrana non sussiste. Pertanto, le membrane WTE, anche senza alcun rivestimento, sono state in grado di operare per lunghi periodi senza aumenti sostanziali della perdita di carico o restringimenti delle membrane incompatibili con il servizio richiesto.
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